Bambini: uno screening riduce le complicanze del diabete tipo 1

Bambini: uno screening riduce le complicanze del diabete tipo 1

La rilevanza della diagnosi precoce nel diabete di tipo 1 sta emergendo con un’urgenza straordinaria, poiché essa può ridurre drasticamente il rischio di complicanze gravi.

Diverse ricerche indicano che oltre 450 bambini ogni anno possono evitare l’insorgere di chetoacidosi, una condizione potenzialmente mortale legata a questo tipo di diabete. Questo è il messaggio lanciato dagli esperti della Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica in vista della Giornata mondiale del diabete prevista per il 14 novembre, sottolineando l’importanza dello screening pediatrico. La diagnosi precoce del diabete di tipo 1 si sta dimostrando fondamentale. Recenti studi, pubblicati nella rivista ‘Diabetologia‘, hanno evidenziato come questo approccio possa fare la differenza. Il primo studio condotto dal presidente della Siedp, Valentino Cherubini, ha esaminato il verificarsi di chetoacidosi nei bambini diagnosticati solo dopo l’apparizione dei sintomi. Risultati allarmanti mostrano che questa condizione può avere esiti gravissimi, a volte portando al coma o addirittura alla morte. L’altro studio, realizzato in Germania nell’ambito del progetto Fr1da, ha invece messo in luce come lo screening possa abbattere nettamente i casi di chetoacidosi. In particolare, la frequenza della malattia nei bambini sottoposti a screening è molto più bassa, indicando un chiaro legame tra diagnosi precoce e riduzione dei rischi.

I numeri del diabete in Italia

In Italia, il diabete di tipo 1 rappresenta una questione di salute pubblica da non sottovalutare. Con oltre 20 mila bambini colpiti dalla malattia, il nostro paese si trova tra quelli con le più alte prevalenze di chetoacidosi. Questo grave problema stimola riflessioni a livello nazionale, considerando che nel mondo ci sono circa 8,4 milioni di persone con diabete di tipo 1 e che si registrano circa mezzo milione di nuovi casi ogni anno in età infantile. La chetoacidosi, peraltro, si sviluppa in situazioni in cui il corpo non riesce a produrre sufficiente insulina, costringendo l’organismo a scomporre i grassi per soddisfare le proprie esigenze metaboliche. Questa condizione provoca un’accumulazione di chetoni nel sangue, con conseguenze serie per la salute dei bambini affetti.

L’Italia e lo screening pediatrico

L’Italia è ora in prima linea a livello mondiale grazie all’implementazione di un programma nazionale di screening pediatrico, stabilito da una legge introdotta poco più di un anno fa. Questo rappresenta un grande passo avanti nella lotta contro il diabete di tipo 1. Secondo le ricerche, una come quella fatta su 59 mila bambini provenienti da 13 diversi paesi ha rivelato che in Italia il tasso di chetoacidosi nei bambini più giovani è al 41,2%. Questo è un dato preoccupante, rispetto al 2,5% di incidenza in bambini diagnosticati attraverso screening. Questo abbattimento del 94% del rischio, messo in evidenza dai ricercatori, dimostra quanto possa essere cruciale la diagnosi tempestiva.

Poco più di un anno fa in Italia è stata introdotta una legge
L’individuazione precoce delle delle patologie consente di avvalersi di nuove terapie innovative (passionecorsa.it)

Le novità non si fermano qui: l’individuazione precoce delle patologie consente anche di avvalersi di nuove terapie innovative, come il farmaco teplizumab, che può ritardare l’apparizione dei sintomi di diabete di tipo 1.

Nuove possibilità terapeutiche

Con la scoperta del diabete di tipo 1 avvenuta in maniera pregressa e in risonanza con uno screening efficace, si avvistano nuove opportunità terapeutiche. Il teplizumab, ad esempio, è stato recentemente reso disponibile anche in Italia per l’uso compassionevole e rappresenta un’innovazione significativa nel trattamento di questa malattia. Grazie a evoluzioni nella farmacologia, la somministrazione di questo farmaco può ritardare l’insorgere dei sintomi del diabete, generando speranza per i bambini diagnosticati precocemente. Questo non solo migliora la qualità della vita dei piccoli pazienti, ma offre anche una prospettiva ottimistica per le famiglie e per il sistema sanitario che affronta una malattia così complessa e diffusa. I passi avanti nel campo della ricerca e delle cure sono un segno che la lotta contro il diabete di tipo 1 può aprire dibattiti e trasformare vite, rendendo l’aria di ottimismo palpabile.

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