L’aumento del costo delle sigarette si pone come un tema centrale per la salute pubblica in Italia, in particolare per la gioventù.
Secondo recenti proposte dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica , il governo dovrebbe considerare un incremento del prezzo dei pacchetti di sigarette fino a 5 euro, per contrastare la diffusione del fumo tra i giovani. Il professor Francesco Perrone, Presidente di Aiom, ha evidenziato come il 44% dei fumatori inizi a fumare prima dei 18 anni, con un allarmante 22% di fumatori sotto i 17 anni.
La decisione di iniziare a fumare costituisce un fenomeno complesso, spesso legato a dinamiche di gruppo e di affermazione personale. Infatti, secondo i dati, l’11% dei ragazzi di questa fascia d’età fuma più di mezzo pacchetto al giorno. La difficoltà di smettere di fumare è ben nota e si fa sentire su chi inizia da giovane. Le malattie correlate al fumo sono più di 27, come sostiene la professoressa Giulia Veronesi, e non riguardano solo il cancro al polmone. La problematica, quindi, non è solo una questione di salute legata al fumo, ma si ricollega anche a uno stile di vita complessivo sempre più a rischio.
Infatti, secondo l’Aiom, il numero di adolescenti che ha fumato almeno una sigaretta almeno una volta nel 2023 ha superato il milione. Questo dato mostra come il fenomeno sia diffuso e preoccupante. La strategia suggerita di aumentare il costo delle sigarette potrebbe fungere da deterrente, facilitando la disincentivazione del consumo di tabacco tra i più giovani. Non si può trascurare come la scarsa consapevolezza dei rischi legati al fumo giochi un ruolo fondamentale.
La sfida non si limita al solo fumo, però. Un aspetto preoccupante è il deterioramento generale dello stile di vita giovanile. I dati sull’obesità infantile, emersi dalla sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità, rivelano che il 19% dei bambini di 8-9 anni è in sovrappeso, mentre quasi il 10% soffre di obesità. Questo fenomeno si fa ancora più evidente nei giovani adulti. Il professor Paolo Sbraccia attesta che oltre 6 milioni di italiani oggi sono colpiti da obesità, un aumento di ben 1,6 milioni rispetto a vent’anni fa.
Nella fascia d’età 18-34 anni, il tasso di obesità è raddoppiato per gli uomini e triplicato per le donne. La malattia è riconosciuta come multifattoriale e richiede interventi personalizzati e strategie di cambiamento a più livelli. L’educazione alla salute nelle scuole, così come la promozione di stili di vita sani all’interno delle famiglie, sono necessità urgenti.
Si rende necessario un cambiamento radicale, come la preferenza per la frutta e la verdura al posto di snack poco salutari e dolci. Assumere abitudini più attive è fondamentale, riducendo il tempo trascorso davanti a schermi. La scienza dimostra come le scelte alimentari e le attività fisiche non siano solo scelte personali, ma devono diventare una priorità collettiva per garantire la salute futura.
Un’indagine condotta dall’Istituto Superiore della Sanità rivela dati inquietanti: quasi il 40% dei bambini non fa una colazione adeguata al mattino. Inoltre, un bambino su quattro consuma quotidianamente bevande zuccherate e, sorprendentemente, oltre la metà mangia snack dolci almeno tre volte a settimana. Questi comportamenti alimentari sono preoccupanti e testimoniano l’emergere di stili di vita non salutari tra i più giovani.
Ugualmente significativo è il dato secondo cui più del 70% dei bambini non si reca a scuola a piedi o in bicicletta. Spesso, invece, trascorrono più di due ore al giorno davanti a uno schermo, sia esso un televisore o un dispositivo mobile. Questi dati non rappresentano solamente una questione isolata, ma piuttosto una chiara tendenza che potrebbe avere effetti devastanti sulla salute futura delle nuove generazioni.
Un altro aspetto critico da considerare riguarda il consumo di alcol tra i giovani. Circa 1 milione e 370 mila ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 25 anni fanno un uso rischioso di alcol. Questa è una situazione assolutamente allarmante, considerando che a quell’età il cervello è ancora in fase di sviluppo e l’assunzione di alcol può compromettere le funzioni cognitive.
Praticamente il 11,4% dei maschi e il 6,4% delle femmine praticano il binge drinking, una modalità di consumo che porta a una rapida assunzione di bevande alcoliche. Il rischio è di trovarsi di fronte a conseguenze molto gravi, come incidenti stradali o comportamenti violenti. Quello che sembra un divertimento momentaneo può avere ripercussioni a lungo termine, influenzando non solo la salute fisica, ma anche quella mentale. Come si può notare, i giovani sembrano trovarsi in una spirale pericolosa che merita attenzione e interventi tempestivi per garantire loro un futuro migliore.