Negli attuali giorni, caratterizzati da una crescente frenesia e dalla continua connessione tecnologica, la questione del sonno diventa sempre più rilevante.
Con la vita sempre più frenetica e le numerose pressioni, dalle responsabilità lavorative a quelle scolastiche, il fenomeno dell’insonnia colpisce un numero crescente di giovani e adulti. Questo articolo esplorerà le opinioni di esperti sul tema, le cause dell’insonnia e importanti suggerimenti per alleviare questo disturbo.
In un periodo in cui la tecnologia e i ritmi di vita dominano le nostre routine quotidiane, il sonno sta diventando un lusso. Diversi studi evidenziano che un gran numero di persone fatica a riposare come dovrebbero. Il professor Piero Barbanti, un esperto nel campo, ha messo in luce queste problematiche durante un evento organizzato da ASSOSALUTE. Egli spiega che i disturbi del sonno non devono necessariamente essere confusi con l’insonnia. I disturbi del sonno possono includere fenomeni come il sonnambulismo o il sonniloquio. Al contrario, l’insonnia si traduce in una sensazione di malessere e mancanza di riposo, non soltanto nella quantità di ore effettivamente dormite.
Il professor Barbanti ha suggerito che una persona può svegliarsi sentendosi stanca anche dopo una lunga notte di sonno, che contraddice la concezione comune. Delineando la distinzione tra insonnia cronica ed episodica, ha toccato i punti fondamentali. La prima si identifica quando una persona dorme male almeno tre volte a settimana per un periodo di tre mesi, mentre, quando i disagi si presentano sporadicamente, l’insonnia è da considerarsi episodica. Dall’esplorazione delle cause, il professore sottolinea che l’iperveglia – ovvero una condizione di eccessivo stato di allerta – è tra le ragioni più comuni dell’insonnia. Questo stato di veglia può derivare da vari fattori, compresi stress, ansia e anche malattie psichiatriche.
I giovani, in particolare, sembrano risentire maggiormente di questo problema. Barbanti descrive questa condizione come una vera e propria “generazione zombie”. Questo termine fa riferimento a vari fattori, tra cui il fatto che gli orari scolastici spesso non si allineano ai ritmi naturali del corpo. Le lezioni cominciano troppo presto, causando una carenza di ore dedicate al sonno, in particolare durante le settimane di scuola. Così, i ragazzi non si riescono a permettere le 9 – 10 ore di riposo di cui necessitano fisicamente.
In aggiunta, molti adolescenti tendono a utilizzare le ore serali non solo per studiare, ma anche per socializzare attraverso strumenti digitali. Questo comportamento altera ulteriormente il loro ciclo sonno-veglia. Barbanti osserva che questa mancanza di sonno influisce non solo sulla loro salute fisica ma anche sul rendimento scolastico e sull’umore. Così, si viene a creare un circolo vizioso: svegliandosi affaticati, i giovani non riescono ad affrontare la giornata nel modo migliore. Da qui, emerge un’altra complicazione: una colazione spesso trascurata, dovuta a una sveglia affrettata, in cui i ragazzi saltano un pasto fondamentale per una giornata adeguata.
Le abitudini quotidiane giocano un ruolo cruciale nello sviluppo e nell’aggravamento dell’insonnia. Fattori come ansia, stress e l’uso di sostanze stimolanti si rivelano tra le problematiche più frequenti. Barbanti ha messo in evidenza che la semplice routine quotidiana può influenzare la qualità del sonno; ad esempio, il consumo di caffeina e alcolici alla sera ha un impatto negativo. Inoltre, l’uso di dispositivi elettronici prima di coricarsi contribuisce al problema. La luce blu emessa dai mezzi elettronici può ingannare il cervello, facendo credere che sia ancora giorno. Questo interferisce con il naturale ciclo del sonno.
L’ideale, secondo gli esperti, è quella di limitare l’uso di questi dispositivi nella fase serale, favorendo attività più rilassanti come la lettura di un libro. Barbanti cita quanto sia importante monitorare anche gli orari di attività fisica. Infatti, un allenamento fatto nell’arco delle ore giuste, preferibilmente la mattina, può favorire un sonno ristoratore. Quando invece l’attività fisica è svolta in prossimità dell’ora di andare a letto, rischia di mantenere il corpo attivo, con effetti opposti.
Il contesto ambientale gioca un ruolo fondamentale nella qualità del sonno. La presenza di inquinamento luminoso e sonoro, soprattutto nelle aree urbane, può ostacolare il riposo profondo. Barbanti spiega che il cervello ha bisogno di un ambiente favorevole per poter eseguire i processi di pulizia interni; il sonno insufficiente rallenta questi processi e può portare a rischi per la salute come malattie neurodegenerative.
Quando ci sono rumori di fondo, è difficile per il corpo raggiungere uno stato di relax totale. Creare un ambiente ideale per il sonno richiede controlli su temperatura, luce e rumori. A tal proposito, è consigliabile mantenere una temperatura fresca nella stanza, preferibilmente sotto i 20 gradi, per facilitare il raffreddamento notturno di corpo e cervello. Creare un’atmosfera di calma e serenità, magari utilizzando luci calde nelle ore serali, può anch’essa favorire un sonno migliore.
Per chi desidera migliorare la qualità del sonno, ci sono alcuni accorgimenti pratici forniti dal professor Barbanti. Un primo suggerimento è quello di non pensarci troppo, poiché l’ansia di non dormire può aggravarne il problema. Ridurre i ritmi frenetici della vita quotidiana prima di andare a letto influisce in modo considerevole. È importante non focalizzarsi sulle preoccupazioni, ma piuttosto optare per momenti di tranquillità. È preferibile dedicarsi a letture rilassanti piuttosto che utilizzare i dispositivi elettronici, favorendo in tal modo una maggiore predisposizione al sonno.
Barbanti suggerisce di ottimizzare anche la dieta serale e assicurarsi di non mangiare troppo tardi. Questo è tutto, evitando alcol e caffeina. Ogni piccolo gesto si somma e può migliorare notevolmente la qualità del riposo notturno. Raccomanda anche di occuparsi delle tensioni nervose con integratori naturali, come la melatonina, per facilitare il processo di addormentamento. Queste sono solo alcune indicazioni pratiche, che se seguite con costanza, possono contribuire a restituire il sonno perduto e migliorare il benessere psico-fisico.