L’altra faccia dello sport, nessuno lo sa ma può anche fare male: “I rischi sono altissimi”
Non tutti lo sanno ma lo sport ha anche un’altra faccia. Può anche fare male, ecco i possibili rischi associati a questa pratica.
Quando pensiamo allo sport, spesso lo associamo a benessere, salute e prestazioni fisiche ottimali. Tuttavia, c’è un aspetto meno noto e potenzialmente dannoso dell’attività sportiva che merita attenzione. L’eccesso nello sforzo fisico può infatti trasformare una pratica salutare in un rischio per la salute. Mentre l’attività fisica regolare è fondamentale per mantenere il corpo in forma, l’attività sportiva ad alta intensità, se non monitorata adeguatamente, può portare a gravi complicazioni di salute.
L’importanza di allenarsi in sicurezza non può essere sottovalutata. Il Dott. Delio Tedeschi, Responsabile del servizio di Emodinamica dell’Istituto Clinico S. Anna, avverte che eccedere negli allenamenti può essere controproducente per la salute. Per chi si sottopone a carichi di lavoro elevati, è essenziale avere una buona consapevolezza delle metodologie di allenamento e delle specifiche esigenze di preparazione.
Questo include la conoscenza dei carichi di lavoro adeguati, degli intervalli di riposo e delle caratteristiche specifiche dell’attività praticata. Tuttavia, la chiave per un allenamento sicuro è sempre una valutazione medica generale, con particolare attenzione al profilo di rischio cardiovascolare.
I rischi di un’attività sportiva eccessiva
Diversi studi hanno evidenziato come un’attività sportiva troppo intensa possa aumentare i rischi di complicazioni cardiovascolari. Tra queste, la fibrillazione atriale è particolarmente comune tra coloro che praticano sport di resistenza con volumi di lavoro significativi, specialmente dopo i 40 anni. Inoltre, il rischio di infarto o sindrome coronarica acuta è più elevato nei soggetti di età superiore ai 35/40 anni che non hanno una valutazione cardiologica adeguata.
Gli individui con fattori di rischio come ipertensione, sovrappeso, colesterolo alto, familiarità con malattie cardiovascolari e abitudine al fumo sono particolarmente vulnerabili. In questi casi, un’attività sportiva non adeguatamente controllata può rappresentare un pericolo significativo.
Gli effetti negativi del sovrallenamento
Il sovrallenamento non influisce solo sul sistema cardiovascolare. Chi cade vittima di un eccessivo allenamento può sperimentare una serie di effetti negativi che vanno dalla perdita della capacità di prestazione sportiva a problemi di salute generale. Un aumento della frequenza cardiaca a riposo, una minore reattività allo sforzo fisico, disturbi del sonno e alterazioni dell’umore sono solo alcuni dei sintomi associati al sovrallenamento. Inoltre, il sistema immunitario può risultare compromesso, aumentando il rischio di infezioni. Infine, il rischio di infortuni traumatici e osteo-articolari è significativamente più alto.
Le più recenti linee guida hanno superato la vecchia distinzione tra atleta professionista, amatoriale e ricreazionale. Oggi, la classificazione si basa su fattori come il carico di lavoro orario, la frequenza settimanale, l’intensità cardiovascolare e il tipo di lavoro muscolare. Gli sport possono essere classificati in base alla loro natura, come endurance, coordinazione, forza muscolare o misti.
La frequenza degli allenamenti in base agli obiettivi
Gli obiettivi personali influenzano la frequenza e l’intensità degli allenamenti. Per chi punta al benessere generale, un’attività fisica moderata per 2-3 ore settimanali è sufficiente. Gli atleti non competitivi possono allenarsi per 4-6 ore alla settimana, mentre gli atleti competitivi e d’élite possono superare le 10 ore settimanali, pur non essendo necessariamente professionisti.
In conclusione, mentre lo sport può essere un pilastro fondamentale per una vita sana, è essenziale praticarlo con consapevolezza e sotto la guida di professionisti, per evitare che diventi un pericolo per la salute.