Non devi mai bere acqua dal rubinetto: “rischio di cancro elevatissimo”, la scoperta choc
Pochi sanno che sarebbe meglio non bere acqua del rubinetto. Secondo alcuni studi ci sarebbero dei rischi spesso presi sottogamba.
Il titolo di questo articolo potrebbe sembrare allarmistico, ma è fondamentale esaminare le basi scientifiche di tali affermazioni per comprendere la reale portata del rischio associato al consumo di acqua potabile contenente nitrati. I nitrati sono composti chimici presenti naturalmente nelle acque e negli alimenti, e la loro presenza nell’acqua potabile è regolata dalla legge per garantire che le concentrazioni rimangano al di sotto dei livelli considerati sicuri per la salute umana.
In Italia, la normativa stabilisce che la concentrazione massima di nitrati nelle acque potabili non deve superare i 50 milligrammi per litro (mg/L). Questa soglia è stata fissata in base a studi scientifici che indicano come tali livelli siano sicuri per il consumo umano. Tuttavia, è importante capire da dove provenga l’ipotesi che i nitrati possano essere cancerogeni. Questa ipotesi si basa sulla capacità dei nitrati (NO3-) di trasformarsi in nitriti (NO2-) nel corpo umano, i quali possono reagire con altre sostanze per formare composti come le nitrosammine, noti per la loro potenziale cancerogenicità.
La scoperta delle nitrosammine
La scoperta della cancerogenicità delle nitrosammine risale al 1956, quando gli scienziati John Barnes e Peter Magee dimostrarono che la dimetilnitrosammina poteva causare tumori epatici nei ratti. Nonostante ciò, è cruciale non confondere i nitrati con i loro derivati cancerogeni.
La relazione tra nitrati nell’acqua potabile e l’insorgenza di tumori non è stata scientificamente dimostrata in modo affidabile. Le concentrazioni di nitrati e nitriti nell’acqua potabile in Italia sono generalmente molto basse, spesso ben al di sotto dei limiti legali.
Controlli e sicurezza dell’acqua potabile
Le autorità sanitarie italiane effettuano controlli regolari sugli acquedotti per monitorare i livelli di nitrati e nitriti. Secondo Altroconsumo, un’organizzazione che analizza la qualità dell’acqua potabile, l’acqua dei rubinetti in molte città italiane è di qualità paragonabile a quella dell’acqua in bottiglia. Questi controlli assicurano che l’acqua sia sicura da bere per tutta la vita.
Una delle ragioni principali per cui si fissano limiti ai nitrati nell’acqua non è tanto la loro potenziale cancerogenicità, quanto il rischio di metaemoglobinemia nei neonati. Questa condizione, nota anche come “sindrome del bambino azzurro”, può verificarsi quando l’acqua con alte concentrazioni di nitrati viene utilizzata per preparare alimenti per neonati. I nitrati possono interferire con la capacità del sangue di trasportare ossigeno, causando sintomi gravi nei bambini piccoli.
Fonti di nitrati e nitriti
Le fonti principali di nitrati e nitriti nell’ambiente includono fertilizzanti agricoli, acque reflue e scarichi industriali. Studi epidemiologici condotti in popolazioni esposte a livelli elevati di nitrati e nitriti non hanno trovato prove conclusive di un aumento del rischio di tumori. Una revisione di cinquanta studi condotta dall’Università di Zurigo ha concluso che non esiste una relazione chiara tra nitrati nell’acqua e tumori dello stomaco, cervello, esofago o nasofaringe.
L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha classificato i nitrati e i nitriti come “possibilmente cancerogeni per l’uomo” in condizioni che favoriscono la formazione di composti N-nitrosi. Tuttavia, questa classificazione si basa su una precauzione, data la mancanza di prove definitive. È importante considerare che molte delle ricerche disponibili presentano limitazioni significative, come la mancanza di controllo su variabili confondenti o l’assenza di un’adeguata valutazione a lungo termine.
Infine, è essenziale ricordare che l’acqua del rubinetto in Italia è sottoposta a severi controlli che ne garantiscono la sicurezza sia chimica che microbiologica. L’uso di filtri per eliminare i nitrati non è necessario. E, in alcuni casi, può persino risultare controproducente, aumentando il rischio di contaminazioni batteriche se non vengono mantenuti correttamente.