La tecnologia sta cambiando in modo significativo il mondo del lavoro, e l’adozione della realtà virtuale , della realtà aumentata e del metaverso sta diventando sempre più frequente.
Tuttavia, mentre queste tecnologie offrono nuove opportunità, comportano anche rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori che non devono essere trascurati. A tale proposito, l’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro ha recentemente evidenziato tali problematiche in un documento di ricerca, focalizzandosi in particolare su due aspetti cruciali: la cybersickness e la salute degli occhi.
I ritmi di sviluppo tecnologico, senza dubbio, stanno portando a una maggiore integrazione di strumenti come VR e AR in tutte le aree lavorative. Nonostante ciò, ci si imbatte in numerosi vuoti informativi che riguardano i potenziali pericoli legati a queste innovazioni. Secondo il documento rilasciato da EU-OSHA, la VR ha subito un’analisi più approfondita rispetto ad altre tecnologie, proprio perché più presente nel contesto lavorativo. Tuttavia emerge che ci sono diversi aspetti che necessitano di un attento esame.
Innanzitutto, l’ergonomia gioca un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza dei lavoratori. Gli headset per la VR, noti come HMD, possono infatti avere un peso non indifferente e creare disagi nell’uso prolungato. I rischi fisici auspicano un’attenzione particolare anche per via della continua emissione di luce blu, un fattore che può danneggiare gli occhi e alterare la percezione visiva a lungo termine. Allo stesso modo, non possiamo trascurare l’importanza del movimento fisico, elemento spesso bypassato dall’uso delle tecnologie XR.
In aggiunta ai problemi fisici, vi sono anche rischi psicosociali da considerare. La necessità di imparare a padroneggiare nuove attrezzature e abilità può generare stress tra i lavoratori. Le interazioni virtuali, spesso predilette rispetto a quelle in persona, possono portare a un isolamento senza precedenti e a una diminuzione delle socializzazioni quotidiane. Questa aspetto deve essere ulteriormente studiato perché contribuisce anche a creare un sovraccarico cognitivo: la confusione tra mondi reali e virtuali può generare disorientamento e compromettere le funzioni cognitive, come attenzione e memoria.
Infine, l’assenza di regolamentazioni adeguate per queste nuove tecnologie solleva questioni etiche e legali. La mancanza di standard specifici rende i lavoratori sempre più vulnerabili a possibili violazioni della privacy e ad altre problematiche legate all’uso delle risorse digitali.
Uno degli aspetti più preoccupanti relativi all’uso della realtà virtuale è la cybersickness. Questo disturbo è stato studiato e documentato dalla fine degli anni ’90 e può avere ripercussioni significative sulla vita lavorativa e personale degli utenti. L’insorgenza di nausea, vertigini e mal di testa sono tra i sintomi più comuni associati a questa condizione scomoda.
La cybersickness si verifica quando le informazioni visive e quelle inviate dal sistema vestibolare non corrispondono. Ciò genera un conflitto che il cervello non riesce a gestire, portando il corpo a reagire come se fosse realmente in movimento, a prescindere dalla stazione immobile dell’utente. Questo fenomeno può ostacolare l’adozione di tecnologie VR nel lavoro, creando barriere da superare per una loro implementazione più diffusa.
Dati recenti indicano che circa il 30% degli utenti di VR riporta dei fastidi durante l’utilizzo della tecnologia, mentre il 5% sembra soffrire in modo grave. Malgrado i progressi nella progettazione degli HMD, il problema della cybersickness continua a persistere. Si è anche notato che ci sono differenze di genere, e che le donne tendono a manifestare sintomi più intensi, una situazione che merita attenzione per migliorare i design ergonomici in futuro.
In aggiunta, anche se la realtà aumentata può causare la cybersickness, i sintomi risultano di solito meno significativi rispetto alla VR. Alcuni studi hanno evidenziato che la maggior parte dei partecipanti non ha alcun tipo di disagio, il che offre una parziale rassicurazione per il futuro di queste tecnologie.
Un tema altrettanto importante legato all’uso di tecnologie XR è la salute degli occhi. La visione stereoscopica fornita dagli HMD non solo provoca affaticamento visivo a causa dell’uso prolungato, ma può anche accentuare la miopia nel tempo. Si evidenzia che gli individui che hanno problematiche preesistenti nella percezione binoculare sono più esposti a rischi manifesti.
In questo contesto, l’impatto della luce blu emessa dai display OLED e LCD rappresenta una preoccupazione crescente. Questa luce non solo affatica gli occhi, ma può anche danneggiare la retina e influenzare la messa a fuoco, creando difficoltà visive nel lungo periodo. I diversi gradi di luminosità e dinamiche dei colori possono intensificare il danno, rendendo di fatto fondamentale prendere precauzioni.
In sintesi, il mondo del lavoro sta passando a velocità sorprendente verso l’integrazione di tecnologie avanzate come VR, AR e metaverso, ma non bisogna sottovalutare i potenziali rischi per la salute dei lavoratori. È cruciale investire in ricerche approfondite e implementare misure preventive per garantire un ambiente di lavoro sano e sicuro per tutti. La marcia verso un’era digitale consapevole è solo all’inizio, e la sensibilizzazione di tutti i soggetti coinvolti giocherà un ruolo fondamentale per affrontare efficacemente le sfide future.