Tumore al cervello, sono di diverse tipologie e gravità: ecco quali sono i sintomi che devono insospettire e che non vanno mai sottovalutati.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha classificato più di 150 tipi di tumore al cervello, patologie che hanno sintomatologie simili, ma effetti collaterali non conformi. Alcuni colpiscono in particolare i bambini, mentre altri sono tipici degli adulti e richiedono cure e terapie specifiche. Recenti studi hanno poi affermato che solo 4 malati su 10 solitamente sono ancora in vita dopo un anno dalla diagnosi. Le forme tumorali che colpiscono il cervello si suddividono poi in ulteriori sottoclassificazioni e questo rende gli studi e la ricerca più impegnativa.
Ci si chiede se i tumori al cervello sono prevedibili e se si possono diagnosticare in modo preventivo, un quesito che non va sottovalutato la cui risposta potrebbe essere decisiva per salvare vite. Esistono dei sintomi che potrebbero fare insospettire e che non andrebbero ignorati, sintomi che potrebbero essere d’aiuto per fronteggiare la patologia con un atteggiamento positivo. Il professor Federico Pessina, responsabile della Neurochirurgia cranica e direttore della Scuola di specializzazione di Neurochirurgia all’Istituto Clinico Humanitas di Milano ha dichiarato che i sintomi possono presentarsi in modo diverso e variano anche dalla dimensioni della massa e dov’è localizzata.
Il riferimento è disturbi tipici del sistema nervoso, e che in realtà potrebbero celare anche malattie meno gravi. Cefalea, Disturbi della vista e dell’umore, ma anche le crisi epilettiche, sono i sintomi più frequenti. Anche la paralisi nel sonno e alcuni specifici disturbi del movimento, senza dimenticare le allucinazioni possono essere insospettire. Per il momento non si parla ancora di diagnosi precoce dei tumori al cervello, ma in presenza di alcuni dei sintomi citati è necessario recarsi dal medico generico, che disporrà tutti gli accertamenti del caso, soprattutto se ritiene la situazione sospetta.
Prima di fare diagnosi affrettate è necessario sottoporsi ad una serie di test come la tomografia computerizzata (TC) cerebrale e risonanza magnetica nucleare (RMN), e eventualmente l’elettroencefalogramma: “In alcune situazioni specifiche è utile ricorrere a studi di RMN avanzati con diffusione, perfusione e/o spettroscopia o anche trattografia.
Meno frequentemente è necessario l’utilizzo di altri esami quali, per esempio, la tomografia con emissione di positroni (PET)”, ha dichiarato Franceschi, tra i maggiori esperti oncologi italiani. Nonostante la ricerca avanzata sia in campo farmacologico che chirurgico non si dispone ancora di una cura che consente di guarire.
Tuttavia la ricerca è tra le maggiori fonti di speranza della medicina: “…la ricerca prosegue, anche grazie al riscontro di alcuni bersagli terapeutici su cui è ora possibile eseguire terapie di nuova generazione a bersaglio molecolare.”