L’importanza della prevenzione per la salute maschile è un tema spesso sottovalutato, nonostante l’allerta costante per le patologie che interessano gli uomini.
Mentre le donne hanno sviluppato una cultura della prevenzione grazie a iniziative come l’Ottobre Rosa, gli uomini sembrano avere un atteggiamento molto diverso. Questo articolo esplorerà la situazione attuale della prevenzione maschile, le iniziative come il Movember, l’incidenza dei tumori e l’importanza dell’esame del PSA, e infine, le pratiche di trattamento e organizzazione sanitaria.
Movember è un’iniziativa molto interessante che ha preso piede inizialmente in Australia circa 15 anni fa. L’iniziativa è stata lanciata da un gruppo di giovani rugby in onore di un amico che è venuto a mancare. E così è nata la tradizione di farsi crescere baffi durante il mese di novembre per sensibilizzare sul tema della salute maschile, in particolare riguardo al tumore alla prostata e al cancro ai testicoli. A dispetto delle sue origini, in Italia la partecipazione a Movember non ha raggiunto i livelli desiderati, con pochi uomini che si impegnano attivamente in campagne di prevenzione.
Uno dei motivi principali di questa mancanza di attenzione potrebbe essere il fatto che, sin da piccoli, molti uomini non vengono educati sull’importanza di controlli regolari per la loro salute. Infatti, spesso, si rivolgono al medico solo dopo aver già sviluppato sintomi, o su sollecitazione di donne della loro vita, come mogli o madri, che sono abituate a queste pratiche. È fondamentale quindi promuovere una maggiore consapevolezza riguardo ai temi della salute maschile fin dalla gioventù e incentivare un cambiamento culturale.
Nonostante la scarsa diffusa cultura della prevenzione, la realtà è che i tumori maschili sono piuttosto comuni. Su tutti, i tumori alla prostata rappresentano il primo tumore diagnosticato negli uomini sopra i 50 anni. Similmente, i tumori ai testicoli si manifestano frequentemente tra i giovani adulti, tra i 20 e i 40 anni. Ogni anno, in Italia, si registrano circa 40 mila nuovi casi di tumore alla prostata, mentre 3.200 nuove diagnosi sono direttamente nella regione del Veneto. Questo dato è significativo e deve far riflettere.
Seppure i tumori alla prostata abbiano un’alta incidenza, la mortalità è relativamente bassa grazie ai progressi nella diagnosi e nei trattamenti. A cinque anni dalla diagnosi, il 90% dei pazienti risulta in remissione o curato. Tuttavia, non bisogna dimenticare che una diagnosi tempestiva è cruciale. I sintomi iniziali di un tumore alla prostata non sono sempre specifici e potrebbero essere confusi con disfunzioni meno gravi, come difficoltà a urinare o sanguinamento. Se questi sintomi si intensificano rapidamente, è importante consultare immediatamente un medico.
Il dosaggio del PSA è un esame del sangue che tutti gli uomini dovrebbero considerare di effettuare a partire dai 50 anni, o anche prima se c’è una storia familiare di tumori. È un indicatore utile, ma non specifico. Vale a dire che, mentre valori normali di PSA suggeriscono l’assenza di cancro, livelli elevati non danno una risposta certa sulla presenza di tumori. Pertanto, è fondamentale discutere con il proprio medico sulla frequenza e i metodi di screening più adatti in base alla storia personale e familiare.
Questo esame riveste un’importanza vitale, soprattutto nei contesti attuali dove molte neoplasie vengono scoperte in stadi avanzati, anche a causa del periodo di emergenza sanitaria legato al Covid-19, durante il quale molti controlli sono stati trascurati. L’attenzione verso il PSA deve essere sostenuta non solo dalla volontà individuale, ma anche da campagne di informazione adeguate che mirano a sensibilizzare la popolazione maschile.
L’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona ha attivato protocolli specifici per la presa in carico del paziente. Questi processi iniziano con la diagnosi di un PSA alterato e comprendono esami come la risonanza magnetica e la biopsia. Il team multidisciplinare, che comprende specialisti in urologia, oncologia e altri settori, lavora insieme per fornire una diagnosi e un successivo piano di trattamento adeguato ed efficace. In caso di necessità di intervento chirurgico, come la prostatectomia radicale, viene impiegata tecnologia avanzata, come i robot chirurgici, per ridurre tempi di recupero ed effetti collaterali.
Questo approccio multidisciplinare è cruciale, poiché consente di avere una rete di professionisti che collaborano per garantire il miglior percorso di cura possibile. È evidente che l’efficienza e l’ottimizzazione dei tempi di cura possono fare una grande differenza nel processo di guarigione. L’attenzione alla salute maschile dovrebbe rappresentare una priorità non solo per gli uomini ma anche per i familiari e la società intera.
In tempi in cui la salute diventa sempre più una questione collettiva, è auspicabile che anche gli uomini possessori di una cultura dell’attenzione alla propria salute, facciano un passo avanti nella cura della loro persona, adottando comportamenti di prevenzione più attivi e consapevoli.